giovedì 25 aprile 2013

Un mese fa...

...ero qui!


Mai avuto così tanto freddo. Mai stata così. Pensare che mi ero anche alterata perché a causa del forte vento non permettevano di salire fino in cima, ma solo fino al primo piano. Andavo blaterando "Ma cosa vuoi che sia un po' di venticello...e figurati se tira un po' d'aria... 'sti cagasotto chiudono la cima perché c'è un pelino d'aria...ridicoli". Ero veramente incazzata (e non è un francesismo!). Il vento però c'era, eccome se c'era.

La vista da lassù toglie il fiato figuriamoci dalla cima.


Pensate che la fotografia è venuta malissimo. Mi tremavano le mani, un po' per il freddo boia, ma anche per l'emozione. Il mio sogno ricorrente si era finalmente avverato. Ero lì, ero contenta, e soddisfatta. Appagata, questo è il termine giusto. O ripagata, per tutte le avversità che hanno fatto da cornice a questo viaggio.

Un mese fa ero dove avrei voluto sempre essere, in un posto che mi facesse stare bene.
Dopo tutto, dopo la depressione di Gennaio, l'iperattività scacciabruttipensieri di Febbraio, dopo lo stress di metà Marzo, finalmente stavo bene.
Solo tre giorni, ma sono bastati per rimettermi al mondo.

E ora...ballo. Anche se ho la coordinazione di un cactus.
Quei cinque, avete letto bene, C - I - N - Q - U - E mesi di zumba avranno anche aiutato i miei glutei a risollevarsi e tutto il resto a sembrare più sodo, ma per quanto riguarda la coordinazione non hanno apportato nessun beneficio, anzi.

Ballo in una pista che prima era completamente vuota e ora sembra quella dello SchiumaParty di fine anno di quando ero al liceo. Avete presente quelle discoteche superaffollate, piene di ormoni adolescenti sudaticci e alticci, che si dimenano tra la schiuma, anch'essa sudaticcia, accennando dei movimenti che sembrano appartenere a qualche strana danza tribale degli indigeni di qualche tribù dell'Amazzonia o dell'Africa centrale... avete presente?

La pista è la parte del mio cervello la cui targhetta dice "pensieri sul futuro, non quello più in là, ma quello di adesso, l'imminente futuro, il futuro prossimo". Certo, i miei pensieri non sono sudaticci come gli adolescenti di cui sopra, ma sguisciano (si legge "scivolano") via veloci proprio come loro.

Non so a che ora chiuda questa discoteca, forse quando i cannoni smetteranno di sputare schiuma sudaticcia. Io continuo a ballare fino all'alba, come fossi (ancora)  un ormone un'adolescente.

Esci e c'è quel tepore tipico delle 5 di mattina in un parcheggio vuoto e desolato, la luce soffusa (e confusa) che filtra tra la nebbia. Arranchi fino alla macchina, dove ti aspetta tuo padre/tua sorella/tuo fratello/tua madre (o anche tutti insieme) per riportarti a casa, sali, accenni un saluto e poi crolli rovinosamente sul sedile posteriore. Una volta a casa, dopo un sonno di almeno 5 ore, ti svegli, fai una bella doccia e.... ti siedi a pranzo con quindici o venti persone, perché è "una di quelle Domeniche" e tu non puoi volatilizzarti o sparire, sei bloccato lì fino al dolce. Tante, tante facce che ti guardano come se al posto della faccia avessi una testa di cavallo, o d'asino, o di qualsiasi altro animale appartenente alla categoria equina.

Me so' allargata, come sempre. Il concetto però c'è, va solo estrapolato dal caos metaforico qui sopra.


Com'era? Il mondo è fatto a scale, c'è chi scende e c'è chi sale. Guardando questa foto direi che comunque ci vuole anche un certo stile, per scendere.
Non c'entrava niente con tutto il resto, ma la foto mi piaceva. [La Grande Arche de la Défense, Paris]


À bientôt!

lunedì 22 aprile 2013

dormire no eh??? #5

Peter Cincotti al pianoforte.
Sono seduta da sola, in fondo alla sala, quasi nascosta rispetto al resto, non conosco o riconosco nessuno.
Indosso un vestito stupendo ...cavolo è proprio un sogno.
E mi chiamo Kristen. ...ok, non è un sogno, sto delirando.

Finisce la musica. Si avvicina una cameriera gentile e mi dice che il sig. Cincotti mi aspetta nel camerino. Eh?
"Mi segua." Mi muovo tra i tavoli con eleganza, le persone in sala non notano neanche la mia presenza.

Arriviamo alla porta del camerino passando per un corridoio lungo, buio e stretto. Sento la cameriera parlare, parlare...e ancora parlare, non capisco cosa dice. ...forse non è una cameriera? Magari è un'assistente?
Bussa. Nessuna risposta. "Prego" fa lei, e apre la porta.

"Kris, come sono stato?" Si sposta il ciuffo con la mano e sorride.
"Fantastico, come sempre" mi sento rispondere. Sto impazzendo.
"Ora riposati, domani mattina il volo per Milano è alle 9".

Ma che è??? Che cosa significa??? Cosa vuol dire????