lunedì 28 gennaio 2013

L'effetto Heidi (strangolare caprette è reato!)

È stata una dura settimana.

Lo scorso giovedì mia sorella torna a casa tutta entusiasta e, saltellando qua e là per la casa con un bel sorrisone stampato in faccia, mi dice: "ti ho trovato un lavoro!". Avrei tanto voluto risponderle "e chi te l'ha chiesto?" ...ma non l'ho fatto!

Fino a poco tempo fa avrei aborrito qualsiasi offerta che non provenisse da qualche agenzia superstilosa che organizza eventi superstilosi o da enti pubblici dediti al turismo in ambito internazionale, o dall'ONU...o da Michelle in persona, ma siccome che so' un po'...sfigata [citazione by Marchesini Anna, che tanto mi s'addice] non ho storto il naso o fatto spallucce come mio solito, bensì ho deciso di aprire la mia mente a nuove prospettive e curiosa di sapere cosa mi stava per propinare proporre le ho semplicemente risposto "davvero? sarebbe?", lasciandomi sfuggire un mezzo sorriso abbozzato male (più o meno come quello di Michelle nella foto di cui sopra...povera donna, cosa dovrà fare per farsi voler bene da fotografi e estetiste io proprio non lo so, ma so che ha a disposizione altri quattro anni per provarci....certo è che se cominciamo con un bel frangettone come ho visto da qualche parte allora la strada sarà tuuuuuutta in salita!). Un sorriso sofferto, che è peggiorato appena mi ha detto di cosa si trattava. "In agenzia dobbiamo sistemare tutto l'archivio così quando IlCapo mi ha detto se conoscevo qualcuno che avesse tempo e volontà a disposizione...io ho subito pensato a te!". Mia sorella lavora per un'assicurazione, l'archivio al quale si riferiva comprende tutte le polizze stipulate presso la loro agenzia e le altre filiali più o meno dall'età della pietra ad oggi, mai sistemate e messe in ordine perché chi c'era prima non lo riteneva fondamentale. Dalla polizza n.00001 alla 13694. E non sto a dirvi dove le ho dovute cercare e dove le ho trovate per sbaglio. 

Intuizione piuttosto semplice:l'ho fatto. Sono andata e ho fatto quello che dovevo fare (ancora non ho finito del tutto, ma siamo a buon punto!). Ufficio carino, tutti carini con me (sono in quattro compresa mia sorella quindi il "tutti" mi sembra un po' esagerato, ma conoscete per caso altri termini per definire un complesso unitario di persone che conta un numero di soggetti inferiore ad una soglia minima per cui si può definire tale...il complesso? Io no.), lavoro un po' meno carino ma almeno non ho dovuto prendere zappa e carriola e andare a spalare letame nelle stalle di una fattoria triste e desolata della pianura padana. Niente contro la pianura o la padania, o contro le fattorie, o peggio ancora, contro chi spala letame, ma proprio non mi ci vedo a fare una cosa del genere, anche se nella vita...mai dire mai, no? 

Ho conosciuto personaggi decisamente pittoreschi. IlCapo, ad esempio, è un emerito rincoglionito, venerdì si è anche portato il cane perché non sapeva dove lasciarlo, un'adorabile cagnetta con cui ho subito stretto un forte legame di amicizia. Sulla cinquantina scarsa portata male, all'apparenza il tipico uomo di affari in giacca&cravatta, in realtà uno anche un po' sempliciotto che di affascinante non ha neanche il nodo della cravatta e l'unico fiuto che può vantarsi di avere è quello per un bel piatto di tagliatelle al ragù. Capacità imprenditoriali pari a zero, ma almeno è educato, gentile e se si sforza anche simpatico. L'impiegato, al secolo RagionierFantozziMiStiraLeCamicie, è stato muto per tutti e cinque i giorni, ciao la mattina, ciao la sera e niente più. E dire che sono stata anche particolarmente loquace, ma niente. Un'ameba. Non sono neanche riuscita a dargli un'età perché....cavolo, non mi ricordo neanche che voce abbia! Poi venerdì mattina è venuto in ufficio il TopManagerDeiManagementManageriali, ovvero quello che sta sopra a IlCapo, metaforicamente e organizzativamente parlando! Al massimo quaranta, alto, fisico asciutto, moro, col ciuffo strategico, mascella ben sistemata e sorriso "ammicchevole", che è come dire: ammicca ma con fare amichevole, capito no? [grossa caduta di stile me ne rendo conto, ma mi è venuta così spontanea che l'ho dovuta lasciare lì...] Insomma, un gran figo. Al quale ho solo stretto la mano e balbettato il mio nome, ma non prima di avergli deliberatamente trasmesso tutti i miei pensieri grazie all'effetto heidi. 

Momento QUARK in arrivo. 
Dicesi effetto heidi quel particolare fenomeno per cui la temperatura corporea si innalza improvvisamente in seguito ad un qualche turbamento psicologico e si riflette principalmente sulle gote del soggetto interessato facendone aumentare il colorito naturalmente roseo in maniera esponenziale fino al raggiungimento di colorazioni simili in natura solo a quella dei papaveri appena sbocciati o dei peperoni (rossi, OVVIAMENTE!). 


Scena piuttosto imbarazzante, soprattutto considerando il fatto che non gli lasciavo la mano. 
Passiamo oltre, ma mica tanto poi. Stesso problema ma vissuto in modo diverso con un altro soggetto dell'ufficio: il LiberoProfessionista. Cinquantacinque sicuri, capelli bianchi, vestiti eleganti, portamento deciso, due figlie MIE coetanee. Non immaginatevi niente di particolare. Un uomo normalissimo, ma con un piglio che... chevvelodicoaffare. Dopo due giorni di chiacchiere formali, scambi di battute e vari effetti heidi mascherati piuttosto bene grazie al fatto che la temperatura in quel posto è la stessa di una sauna di Helsinki, è arrivato il colpo di grazia. Mentre mi preparavo per uscire chiacchieravamo del più e del meno, tipo del fatto che ho ventitré anni, e sì lo so che non li dimostro neanche quindici ma proprio non so come fare per migliorare questa situazione (o forse non voglio! :D), e lui se ne esce con una domanda apparentemente innocente come "visto che tua sorella ormai ha più di trent'anni quindi al massimo farà un figlio, perché poi con l'età che avanza non è semplice per voi donne, certe cose... ma tu, che invece sei così giovane, sei fidanzata, ce l'hai un ragazzo?". Risposta secca (o rinsecchita, come la sottoscritta) "no e per ora sto bene così". A domanda cretina, risposta altrettanto cretina

Intanto nel mio cervello scatta l'allarme rosso. Diamine Cri, esci da questo discorso o da questa stanza, fallo ora, finché sei in tempo. Troppo tardi. "ma come..non è possibile che una ragazza come te non abbia un ragazzo...dai, non ci cre...." No, cavolo! Eccolo... E F F E T T O  H E I D I ! ! !  Boom!

La frase ovviamente è finita con un bel "...oh ma stai arrossendo.." e risatina di quel genio del male di mia sorella, che nonostante sappia di questi effetti collaterali che mi riguardano, non pensa mai di salvarmi o farli passare sotto silenzio, no, la cara infame li accentua e se nessuno si è accorto ci pensa lei a farlo notare "oooh sì, per carità, lo fa sempre...quando si parla di certe cose..". Quali cose? Cretina. Sentimenti? Cretina. Relazioni? Cretina. Oppure quando ricevo un complimento o un...non saprei come chiamarli, "ammissione di apprezzamento" potrebbe andare? Sì cavolo, arrossisco. Cretina. Sempre, ogni volta. È più forte di me e non posso farci proprio niente. Cretina. Come le caprette, che cavolo fate ciao a quella ragazzina che, povera disgraziata, è sola al mondo e qualcuno ha deciso che non sta bene neanche col nonno????? Non a caso la mia professoressa di latina scelse il termine "capre" per riferirsi a chi continuava a fare gli stessi errori, noncurante delle molteplici correzioni e spiegazioni. 

Ultimamente mi capita spesso. Non immaginate neanche quanto mi senta in imbarazzo ogni volta. Imbarazzo che genera imbarazzo. Certo, non sono mai stata una tipa spigliata ed estroversa, ogni volta che qualcuno mi rivolgeva un complimento mi sentivo sempre un po' troppo al centro dell'attenzione, ma mai mi era successo di trasformarmi nella versione magra del Gabibbo. Da qualche tempo invece succede sempre più spesso. Quando mi sento a disagio o provo imbarazzo o mi sento presa-in-mezzo in discorsi particolari, riguardanti i sentimenti, le relazioni e cose del genere. Non so perché in così poco tempo abbia sviluppato questa...problematica, ma vorrei tanto sapere se c'è un modo per risolverla!!!

Mi sono anche ricordata di una puntata di grey's in cui c'era questa ragazza che soffriva di un disturbo chiamato "ereutofobia", ovvero la paura di arrossire, e per guarire si fa operare al sistema nervoso. Ovviamente non è la stessa cosa, ma dite che dovrei preoccuparmi???

Ad ogni modo, entro domani sera vi saprò dire se la situazione migliora o meno.
Domani mi aspetta un'altra intensa giornata lavorativa.
Dovrò procurarmi un passamontagna probabilmente.
Se non avete mie notizie entro martedì vi autorizzo a intasarmi la mail e il blog di messaggi e commenti per ricordarci quanto siamo idiote, io e le mie guance out-of-control.


giovedì 17 gennaio 2013

un Angelo


Dicembre non è stato un grande mese, anzi. Avrei voluto che questo 2013 partisse in mille modi diversi ma certe cose non si possono scegliere. Tutto è iniziato con l'esito negativo del test d'ingresso, che forse mi aspettavo, o forse no. Mi sono sentita persa, come se nella vita non avessi altro obiettivo se non quello di frequentare quel maledetto corso. Nei telefilm americani usano una parola che nella nostra lingua non si sente tanto spesso, per fortuna o per sfortuna.... "Fallito". Ho passato tanto/troppo tempo a commiserarmi e a piangermi addosso.

A metà dicembre nonno è stato ricoverato in ospedale, dove è rimasto per una decina di giorni. Mamma è stata con lui per alcuni giorni per fargli assistenza, mentre io ero a casa ad occuparmi di pranzi, cene, pulizie e lavatrici. Proprio prima di Natale lo hanno dimesso e abbiamo festeggiato tutti insieme come sempre. Pranzo e cena a casa con lui e la nonna, dopocena solita partitina a carte. È stata l'ultima volta in cui l'ho visto.

La mattina del 30 nonno se n'è andato, a ottantanove anni, nel sonno, senza disturbare, come diceva e voleva lui. È stato un grande nonno, e un grande uomo. Sessantadue anni di matrimonio "...e quattro di fidanzamento", nonna è più precisa su certe date e ci tiene a sottolinearlo. Era un duro, il dottore lo diceva sempre. Lo diceva ogni volta che negli ultimi anni andava e tornava dall'ospedale per vari motivi. Mi ha insegnato a tirare con la fionda, a cantare "campagnola bella" mentre lui suonava la fisarmonica, d'estate, quando andavamo a cena da loro e la nonna preparava il mio piatto preferito : patatine&cotolette fritte. Gli piacevano le mie borse, sempre grandi, a tracolla, le chiamava "catane", come quelle che usava lui quando andava caccia per tenere le cartucce. Mi ha insegnato a giocare a carte (briscola, scopa, rubamazzo, tressette..) ma mai abbastanza bene per poter vincere contro di lui. Anche il giorno di Natale gli ho chiesto "giochiamo?" e lui con quel suo sorriso dolce mi ha risposto "ma poi vinco sempre io...", e aveva ragione. Leggeva, sempre e di tutto. Ogni tanto lo beccavo con un giornale o un quotidiano di un mese o due prima, allora gli chiedevo perché li leggesse e lui mi rispondeva che "fino a quando non l'hai letto è sempre nuovo". Era appassionatissimo di ciclismo, mi ricordo ancora che quando è morto Pantani era dispiaciuto, diceva che "...era stato un povero disgraziato". Nonno era soprattutto buono, e intelligente.

Durante il funerale tutti sembravano straziati,  ho anche sentito qualcuno che diceva "ma come..così..all'improvviso?" e io non ho potuto fare a meno di pensare che fossero pazzi. A ottantanove anni si muore all'improvviso? Sul serio? È vero, nonno stava complessivamente "bene", ma aveva pur sempre ottantanove anni. Quello che voglio dire, senza apparire estremamente insensibile e priva di ogni emozione, è che...io ero consapevole che sarebbe successo.

Ne avevamo anche parlato, un po' scherzando e un po' seriamente, mi diceva spesso che lui era sereno, sapeva di non essere eterno e sapeva che la sua vita andava bene così com'era. Aveva lavorato, costruito una famiglia, aveva tre nipoti che lo adoravano ed era orgoglioso di tutto questo. Un ragionamento chiaro e lineare, rassicurante. Talmente tanto da aver rassicurato anche una ottusa come me, che fino a pochi anni fa pensava che la perdita dei nonni sarebbe stata un dolore insormontabile. Poi ho capito. Perché mai avrei dovuto disperarmi e straziarmi il cuore quando invece avrei potuto ripensare a questi ventitré meravigliosi anni in cui ho potuto trascorrere del tempo con lui, a parlare, giocare..imparare? Perché le lacrime avrebbero dovuto prendere il sopravvento su quel sorriso che mi sembra di aver ereditato proprio da lui?

La sua visione della vita mi ha sempre affascinata, tanto pacata e serena quanto coraggiosa e ostinata. Si può piangere un uomo così, ma meglio ancora sarebbe prendere esempio da lui e iniziare a vivere vedendo tutto con un'altra prospettiva. Perciò penso che se non stata in grado di piangere quel giorno, almeno posso provare a seguire i suoi insegnamenti da oggi in poi.

La prima parola che mi è venuta in mente quando mamma mi ha detto della sua morte non è stata "addio", ma GRAZIE. ♥

domenica 13 gennaio 2013

post zero

Nuovo titolo, nuova descrizione, nuovi colori! Probabilmente l'avreste notato anche se non l'avessi detto...o scritto. Si capisce, vero? Cioè, si capisce che ho cambiato titolo, colori e descrizione??? Ohmmiodddio sono in crisi, non è passata neanche una settimana e già sono in crisi. Spero vi piaccia, perché a me piace! :)

È la prima volta che inizio un nuovo anno senza avere tra le mani un'agenda preimpostata. Solitamente la ricerca inizia il 25 novembre, aspetto che sia passato il mio compleanno con la vana (VANISSIMA) speranza che qualcuno me la regali prima, e non accade mai, of course. Non mi dò una scadenza, ma se riesco a trovarla prima di Natale lo preferisco così durante le vacanze posso dedicarmi alla "farcitura". Sono leggermente nostalgica, da ormai quattro anni non faccio più parte di quelli che a Natale sono in vacanza, ma nonostante tutto mi ostino a considerarmi tale. In cosa consiste questa fantomatica "farcitura"? Compleanni (divisi in tre categorie: amici, parenti,conoscenti), vari eventi politico-sociale-religiosi (feste comandate, anniversari, feste patronali) e altre cosine più o meno importanti che nel corso dell'anno dovrei/vorrei ricordarmi. Una volta farcita scrivo nome, cognome, numero di telefono, indirizzi (tutti...casa, mail, altra mail) sulla prima pagina così semmai dovesse capitarmi la SCIAGURA DELLE SCIAGURE, ovvero se dovessi perdere la mia preziosissima agenda, potrei almeno conservare la speranza che il qualcuno che la ritrova me la riporti. Avrò coniugato come si deve tutti i verbi dell'ultima frase, con tutti i modi e i tempi azzeccati? Questo dubbio mi affliggerà per il resto dei miei giorni.
...sarò pazza? Sì, una pazza con un estremo bisogno di un'agenda.

via speechismyhammer.com

Sto tergiversando come mio solito...
Nel prossimo post vi racconto un po' di cose che mi sono successe in questi ultimi tempi, brutte e belle. Ho riflettuto un po' sul fatto che quando ho deciso di aprire il blog (il primissimo!) non sapevo perché lo stessi facendo, era più per la curiosità forse...che per altro. Adesso invece so cosa voglio da questo piccolospaziodimondo: CONDIVIDERE. Vi e mi spiegherò meglio più in là, per ora vi basti sapere che non ho nessuna intenzione di abbandonare tutto questo. 

Un bacione a chi si è un po' affezionato, un abbraccio fortissimo a chi ne sente il bisogno, una bella stretta di mano a chi passa di qui per la prima volta. A presto, a tutti!

via pinterest

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